Filosofia progettuale

Fin dagli anni ’70, epoca delle prime sperimentazioni, l’Ing. Guido Gay decise di sviluppare esclusivamente veicoli subacquei alimentati da batterie interne. Tale scelta deriva principalmente dal fatto che i cavi ombelicali dei ROV rappresentano un fattore estremamente critico e limitante per la manovrabilità degli stessi. Per questo abbiamo ridotto il diametro del cavo a pochi millimetri, limitandolo alla sola funzione di scambio informazioni tra veicolo ed equipaggiamento di superficie.

Attualmente la maggior parte dei ROV disponibili sul mercato riceve l’alimentazione dalla strumentazione di superficie attraverso il cavo ombelicale, avente un diametro tra 10 e 30 mm.
Risulta evidente la difficoltà per un veicolo di navigare trascinando un cavo di tali dimensioni. Condizione che comporta la necessità di aumentare le dimensioni del veicolo, al fine di conferire allo stesso la potenza propulsiva necessaria alla sua movimentazione.
La massa media di un veicolo subacqueo capace di operare a 2000 m di profondità è di circa una tonnellata, collegato ad un cavo ombelicale di peso complessivo superiore a due tonnellate ed alimentato attraverso un generatore da 50 kW.
Tale infrastruttura necessita di essere installata su navi di grandi dimensioni.

I veicoli della famiglia PLUTO, sviluppati da GAYMARINE, consentono invece di raggiungere profondità analoghe o superiori, utilizzando un cavo ombelicale di soli 3,5 mm di diametro. A beneficiarne è la massa del veicolo e del verricello di gestione del cavo ombelicale non superiore a 80 kg. In merito alla propulsione dei ROV, la soluzione tipicamente utilizzata dai veicoli tradizionali è quella di utilizzare propulsori “vettoriali”: quattro eliche sono collocate sul piano orizzontale per consentire di realizzare il moto di avanzamento/arretramento, traslazione laterale e rotazione.
Due di queste eliche sono collocate nella zona frontale del veicolo e possono quindi sollevare sabbia o nuvole di sedimento nello spingere l’acqua nell’area di visione del veicolo.
Maggiore è la dimensione del veicolo  e maggiore è l’effetto di disturbo alla visione creato dalle sue eliche di movimentazione.

I veicoli della famiglia PLUTO utilizzano invece due motori orizzontali paralleli, posti nella zona poppiera del veicolo, per realizzare il moto di avanzamento/arretramento e la rotazione del veicolo stesso. Due eliche vettoriali realizzano i movimenti di immersione/emersione e traslazione laterale; esse spingono l’acqua verso l’alto per la maggior parte delle operazioni, evitando di conseguenza di provocare il sollevamento del sedimento nelle operazioni di ispezione sul fondale marino.
Questo design non convenzionale consente di ottenere il massimo grado di integrazione ed ottimizzazione.